Emergenza casa a Cologno: ancora tanto fumo e niente arrosto.

Come è noto, lunedì 19 settembre il consiglio comunale ha visto la partecipazione di alcuni manifestanti non invitati. Questo comunicato è una risposta alle dichiarazioni ed alle falsità che i vari soggetti politici del consiglio comunale hanno rilasciato, a partire dal giorno dopo, a mezzo stampa o su internet.

Innanzitutto occorre far notare che praticamente nessuno (a partire dal sindaco) è riuscito a capire, nonostante fosse scritto molto chiaramente nel volantino distribuito, che il soggetto protagonista di questa azione è stato il Comitato di Lotta per il Diritto alla Casa. Il sindacato Unione Inquilini – Zona Nord Milano – ed il Gruppo Territoriale Autorganizzato, hanno semplicemente partecipato all’iniziativa in quanto componenti, insieme alle famiglie che vivono il disagio abitativo, del comitato di lotta.

A ben vedere, sembrerebbe che non sia stata data grande attenzione alla protesta messa in atto da decine di famiglie che a Cologno vivono sulla propria pelle il dramma del disagio abitativo.

Non si tratta di una semplice svista. Per esempio, il sindaco Soldano, fingendo di non capire la differenza, tenta di sviare le risposte alle questioni più politiche della contestazione, lamentando il fatto che (secondo lui) tali valutazioni esulino dai compiti di un sindacato. Pur non condividendo questa posizione, ribadiamo che le proposte sono frutto della collaborazione di tutti i soggetti del comitato: Famiglie, GTA e Unione Inquilini.

Dato che molti sono stati gli articoli pubblicati in merito al consiglio comunale, ci limitiamo a rispondere alle affermazioni contenute nel comunicato stampa prodotto dall’ufficio comunale preposto; è insopportabile che si utilizzino strutture e media pubblici per propagandare tante chiacchiere (dato che di fatti, almeno fin ora, sembra non essercene).

Il sindaco, nel comunicato stampa, liquida il nostro dossier come un documento pieno di falsità. Peccato che per supportare questa tesi porti ad esempio il fatto che, nel dossier, quantifichiamo gli alloggi di edilizia pubblica a Cologno in 247 unità (mentre sarebbero ben 644). Ma nel nostro documento, consegnato a tutti i gruppi politici e disponibile su internet*, si parla chiaramente di patrimonio immobiliare comunale (dall’inizio alla fine) e non di generici alloggi di edilizia pubblica. Ci riferiamo alle sole proprietà comunali, escludendo le proprietà Aler a Cologno. Inoltre non possono essere considerate “case popolari” gli alloggi in vendita differita di via Guzzina e tutti quelli alloggi concessi a canoni lievemente più bassi rispetto al prezzo di mercato. Come già detto in passato, le bugie hanno le gambe molto corte. Non ci risulta, poi, che siano stati affrontati punto per punto tutti i nodi politici affrontati nel dossier, non per ultimo la percentuale di ERP nel nuovo costruito che verrà introdotta nel nuovo PGT. Su tutti questi fronti continuiamo a riscontrare un imbarazzante silenzio (alla faccia della trasparenza e del rapporto coi cittadini) da parte di questa amministrazione comunale.

Continuando, il sindaco afferma:

“Assegnare senza criterio abitazioni in deroga alle graduatorie equivarrebbe a danneggiare chi, a volte da anni, correttamente attende il suo turno per ottenere l’alloggio. Dire che il Comune non ha una politica degli alloggi, quando in cinque anni abbiamo quasi raddoppiato il patrimonio comunale di alloggi pubblici, (solo nel 2006 gli appartamenti comunali erano 150, ai quali si sono aggiunti i 108 consegnati nel 2011 ndr.) significa non conoscere i dati o affermare delle falsità”.

Purtroppo il sindaco non sa, o finge di non sapere, che le assegnazioni in deroga sono previste dal Regolamento Regionale. Queste assegnazioni sono previste per evitare che le famiglie più indigenti finiscano in mezzo alla strada, compromettendo in modo serio la propria salute e scivolando drammaticamente sotto la soglia della povertà.

E’ assurdo che si voglia far passare tutto ciò come un danno a qualcuno, soprattutto quando la situazione nella quale ci si trova oggi è il frutto dell’assenza di politiche abitative serie nelle amministrazioni precedenti, non per ultima l’amministrazione Soldano, che, come ammette lui stesso (confermando i numeri da noi citati nel dossier), ha incrementato significativamente il patrimonio immobiliare del comune in 5 anni di 108 alloggi. Infatti riteniamo che per una città di quasi 50.000 abitanti questi numeri siano totalmente inadeguati. Non stiamo dicendo che non si è fatto niente. Diciamo che è stato fatto troppo poco rispetto al contesto di emergenza e in tempi non ragionevoli. Si parla di crisi economica dal 2008; dal 2009 noi chiediamo un Piano Casa: fino ad oggi nessuna risposta.

Che siano 400 o 600 le richieste ERP annuali, che siano 100 o 200 gli sfratti esecutivi in un anno, 108 alloggi in 5 anni non possono in nessun modo essere considerati una risposta adeguata, soprattutto se paragonati al numero incredibile di alloggi vuoti pubblici (via Guzzina, via Giordano) e privati (chissà se l’amministrazione troverà la volontà politica di fare un censimento dello sfitto nel nostro comune…).

Ci chiediamo: vista la crisi e l’ondata di sfratti e pignoramenti previsti, come si comporterà l’amministrazione? Quando si adotteranno misure strutturali tese a a risolvere seriamente il problema? Ribadiamo che, in questa situazione, svendere anche solo una piccola parte del patrimonio comunale è una scelta sbagliata e in assoluto contrasto con il voler risolvere il problema.

Il sindaco farebbe meglio ad ammettere che è possibile e necessario fare di più e ad impegnarsi a farlo, invece di dichiarare sui giornali che la sua amministrazione ha già fatto tutto il possibile.

Infine, una risposta anche per l’IDV di Cologno che, nascondendosi dietro una miope coerenza per la strenua difesa della legalità, critica le modalità di protesta messe in atto durante il consiglio comunale e auspica la tempestiva denuncia dell’accaduto alle autorità competenti.

Purtroppo la strenua difesa della legalità dell’IDV significa difesa di chi, invece di migliorare la vivibilità dei quartieri popolari, lascia alloggi sfitti, con le porte sigillate, con affitti e servizi a costi sempre più alti.

Questa legalità è un pretesto per agire con prepotenza e violenza verso i più deboli a favore di chi, consapevolmente, lascia alloggi vuoti a favore di affaristi e palazzinari, privatizzando beni comuni e servizi pubblici uno dopo l’altro, a livello locale come a livello nazionale.

I politici colognesi, al posto di nascondersi dietro al dito della legalità, dovrebbero interessarsi maggiormente dei problemi sociali che affliggono il nostro territorio cercando soluzioni reali e concrete.

Questo approccio miope e legalista di alcuni esponenti politici colognesi ha portato, come naturale conseguenza, alla denuncia penale di due esponenti del comitato che, dopo due anni di tentativi di dialogo con l’amministrazione comunale, hanno partecipato alla protesta. Ci togliamo il cappello di fronte a cotanto rispetto per chi si impegna quotidianamente nella difesa dei diritti dei più deboli a Cologno.

La tecnica dell’intimidazione e della repressione delle istanze che creano conflitto sociale non è cosa nuova. Tuttavia crediamo che, dopo un’attenta riflessione politica da parte del sindaco e della maggioranza di centro-sinistra, si potranno adottare provvedimenti che vadano nel senso contrario, ovvero, come detto dal sindaco, una collaborazione che si dimostri responsabile e che non si traduca in un muro contro muro.

Perché la nostra impressione è quella di essere davanti ad un’amministrazione“prevenuta e determinata, nelle proprie azioni, da intenti di strumentalizzazione di dolorose realtà, o da una ottusa arroganza”.

Gruppo Territoriale Autorganizzato.

* il nostro dossier di denuncia, di cui confermiamo la sostanziale validità, è scaricabile al link: http://www.mediafire.com/?lj144vvpz0r3lb4


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