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LE CASE CI SONO: BASTA SFRATTI!

Da più di due anni il Gruppo Territoriale Autorganizzato, Unione Inquilini e il Comitato di Lotta per il Diritto alla Casa denunciano a Cologno Monzese la drammaticità dell’emergenza abitativa. Troppo poco è stato fatto da questa amministrazione comunale per risolvere il problema. Ogni settimana famiglie vengono sfrattate per morosità incolpevole.
Data la grave emergenza abitativa, visto l’aggravarsi della crisi e le manovre lacrime e sangue del governo, contro la speculazione e il profitto,
riteniamo siano necessarie:

Lotta per il Diritto alla Casa

Solidarietà e Unità di chi vive il disagio abitativo Azione diretta per risultati concreti Autorganizzazione.

L’esclusione dalle graduatorie comunali, le difficoltà nel pagare l’affitto, le occupazioni per necessità, i pignoramenti, gli sfratti sono aspetti diversi del bisogno negato: avere un tetto sulla testa.

Respingiamo assieme tutti gli sfratti!

Contro case senza persone e persone senza casa, per l’incremento sostanziale dell’offerta residenziale pubblica, contro la rapina chiamata affitto, per la resistenza autorganizzata agli sfratti,

convochiamo:
assemblea aperta a tutti del Comitato di Lotta per il Diritto alla Casa
venerdì 27 aprile ore 21 via Trento 41 Cologno Monzese

 


L’organizzazione non è un lusso

lo sfratto di AbdelHamid Ahmed è stato rinviato. Si è ottenuta una proroga di 2 mesi grazie all’impegno dell’inquilino a pagare il canone durante questo periodo.

La partecipazione dei compagni, delle famiglie del comitato casa e la presenza di numerosi passanti incuriositi hanno sostenuto e dato vita al picchetto.

Partecipazione che è stata fondamentale, visto lo spiegamento di 4 pattugie dei carabinieri, 2 della municipale e una in borghese, pronte a sopprimere qualsiasi forma di dissenso qualora ne avessero avuto la possibilità.

Dopo le ennesime pressioni sull’assessore alla casa,si presenta al picchetto il capo dell’ufficio tecnico del comune, con delega del sindaco a trattare un mese di proroga, ed attende l’ufficiale giudiziario.

Il finale lo sapete, ma queste vicende ci lasciano sempre un po’ di amarezza e molte domande.

Perchè si arriva sempe all’ultimo momento per trovare una soluzione?

Cosa sarebbe successo a questa famiglia se non avesse incontrato la solidarietà di tante persone?

Come si pensa di gestire i circa 60 sfratti che, da qui a giugno, sono programmati a cologno?

Si aspetta che sia un picchetto per ogni sfratto per iniziare a ragionare seriamente su una soluzione reale?

Da parte nostra crediamo che sia ora di far capire alle istituzioni, ad ogni livello, che la misura è colma e non si possono sbattere in strada le famiglie che non ce la fanno.

Nello specifico, a cologno, sono ormai 2 anni che chiediamo un piano casa concreto per far fronte alla costante emergenza abitativa, ma di risposta non arrivano che soluzioni arrangiate per alcune famiglie e solo promesse per le altre. In via Einaudi, entro giugno, sono programmati una trentina di sfratti e da mesi chiediamo al comune di incontrare l’INPDAP (ora INPS) per trovare una soluzione per queste famiglie, ma ad oggi tutto tace. In questo stabile ci sono più di 40 appartamenti sfitti che potrebbero rappresentare la soluzione parziale al problema dei circa 60 sfratti che avverranno entro giugno.


Emergenza casa a Cologno: ancora tanto fumo e niente arrosto.

Come è noto, lunedì 19 settembre il consiglio comunale ha visto la partecipazione di alcuni manifestanti non invitati. Questo comunicato è una risposta alle dichiarazioni ed alle falsità che i vari soggetti politici del consiglio comunale hanno rilasciato, a partire dal giorno dopo, a mezzo stampa o su internet.

Innanzitutto occorre far notare che praticamente nessuno (a partire dal sindaco) è riuscito a capire, nonostante fosse scritto molto chiaramente nel volantino distribuito, che il soggetto protagonista di questa azione è stato il Comitato di Lotta per il Diritto alla Casa. Il sindacato Unione Inquilini – Zona Nord Milano – ed il Gruppo Territoriale Autorganizzato, hanno semplicemente partecipato all’iniziativa in quanto componenti, insieme alle famiglie che vivono il disagio abitativo, del comitato di lotta.

A ben vedere, sembrerebbe che non sia stata data grande attenzione alla protesta messa in atto da decine di famiglie che a Cologno vivono sulla propria pelle il dramma del disagio abitativo.

Non si tratta di una semplice svista. Per esempio, il sindaco Soldano, fingendo di non capire la differenza, tenta di sviare le risposte alle questioni più politiche della contestazione, lamentando il fatto che (secondo lui) tali valutazioni esulino dai compiti di un sindacato. Pur non condividendo questa posizione, ribadiamo che le proposte sono frutto della collaborazione di tutti i soggetti del comitato: Famiglie, GTA e Unione Inquilini.

Dato che molti sono stati gli articoli pubblicati in merito al consiglio comunale, ci limitiamo a rispondere alle affermazioni contenute nel comunicato stampa prodotto dall’ufficio comunale preposto; è insopportabile che si utilizzino strutture e media pubblici per propagandare tante chiacchiere (dato che di fatti, almeno fin ora, sembra non essercene).

Il sindaco, nel comunicato stampa, liquida il nostro dossier come un documento pieno di falsità. Peccato che per supportare questa tesi porti ad esempio il fatto che, nel dossier, quantifichiamo gli alloggi di edilizia pubblica a Cologno in 247 unità (mentre sarebbero ben 644). Ma nel nostro documento, consegnato a tutti i gruppi politici e disponibile su internet*, si parla chiaramente di patrimonio immobiliare comunale (dall’inizio alla fine) e non di generici alloggi di edilizia pubblica. Ci riferiamo alle sole proprietà comunali, escludendo le proprietà Aler a Cologno. Inoltre non possono essere considerate “case popolari” gli alloggi in vendita differita di via Guzzina e tutti quelli alloggi concessi a canoni lievemente più bassi rispetto al prezzo di mercato. Come già detto in passato, le bugie hanno le gambe molto corte. Non ci risulta, poi, che siano stati affrontati punto per punto tutti i nodi politici affrontati nel dossier, non per ultimo la percentuale di ERP nel nuovo costruito che verrà introdotta nel nuovo PGT. Su tutti questi fronti continuiamo a riscontrare un imbarazzante silenzio (alla faccia della trasparenza e del rapporto coi cittadini) da parte di questa amministrazione comunale.

Continuando, il sindaco afferma:

“Assegnare senza criterio abitazioni in deroga alle graduatorie equivarrebbe a danneggiare chi, a volte da anni, correttamente attende il suo turno per ottenere l’alloggio. Dire che il Comune non ha una politica degli alloggi, quando in cinque anni abbiamo quasi raddoppiato il patrimonio comunale di alloggi pubblici, (solo nel 2006 gli appartamenti comunali erano 150, ai quali si sono aggiunti i 108 consegnati nel 2011 ndr.) significa non conoscere i dati o affermare delle falsità”.

Purtroppo il sindaco non sa, o finge di non sapere, che le assegnazioni in deroga sono previste dal Regolamento Regionale. Queste assegnazioni sono previste per evitare che le famiglie più indigenti finiscano in mezzo alla strada, compromettendo in modo serio la propria salute e scivolando drammaticamente sotto la soglia della povertà.

E’ assurdo che si voglia far passare tutto ciò come un danno a qualcuno, soprattutto quando la situazione nella quale ci si trova oggi è il frutto dell’assenza di politiche abitative serie nelle amministrazioni precedenti, non per ultima l’amministrazione Soldano, che, come ammette lui stesso (confermando i numeri da noi citati nel dossier), ha incrementato significativamente il patrimonio immobiliare del comune in 5 anni di 108 alloggi. Infatti riteniamo che per una città di quasi 50.000 abitanti questi numeri siano totalmente inadeguati. Non stiamo dicendo che non si è fatto niente. Diciamo che è stato fatto troppo poco rispetto al contesto di emergenza e in tempi non ragionevoli. Si parla di crisi economica dal 2008; dal 2009 noi chiediamo un Piano Casa: fino ad oggi nessuna risposta.

Che siano 400 o 600 le richieste ERP annuali, che siano 100 o 200 gli sfratti esecutivi in un anno, 108 alloggi in 5 anni non possono in nessun modo essere considerati una risposta adeguata, soprattutto se paragonati al numero incredibile di alloggi vuoti pubblici (via Guzzina, via Giordano) e privati (chissà se l’amministrazione troverà la volontà politica di fare un censimento dello sfitto nel nostro comune…).

Ci chiediamo: vista la crisi e l’ondata di sfratti e pignoramenti previsti, come si comporterà l’amministrazione? Quando si adotteranno misure strutturali tese a a risolvere seriamente il problema? Ribadiamo che, in questa situazione, svendere anche solo una piccola parte del patrimonio comunale è una scelta sbagliata e in assoluto contrasto con il voler risolvere il problema.

Il sindaco farebbe meglio ad ammettere che è possibile e necessario fare di più e ad impegnarsi a farlo, invece di dichiarare sui giornali che la sua amministrazione ha già fatto tutto il possibile.

Infine, una risposta anche per l’IDV di Cologno che, nascondendosi dietro una miope coerenza per la strenua difesa della legalità, critica le modalità di protesta messe in atto durante il consiglio comunale e auspica la tempestiva denuncia dell’accaduto alle autorità competenti.

Purtroppo la strenua difesa della legalità dell’IDV significa difesa di chi, invece di migliorare la vivibilità dei quartieri popolari, lascia alloggi sfitti, con le porte sigillate, con affitti e servizi a costi sempre più alti.

Questa legalità è un pretesto per agire con prepotenza e violenza verso i più deboli a favore di chi, consapevolmente, lascia alloggi vuoti a favore di affaristi e palazzinari, privatizzando beni comuni e servizi pubblici uno dopo l’altro, a livello locale come a livello nazionale.

I politici colognesi, al posto di nascondersi dietro al dito della legalità, dovrebbero interessarsi maggiormente dei problemi sociali che affliggono il nostro territorio cercando soluzioni reali e concrete.

Questo approccio miope e legalista di alcuni esponenti politici colognesi ha portato, come naturale conseguenza, alla denuncia penale di due esponenti del comitato che, dopo due anni di tentativi di dialogo con l’amministrazione comunale, hanno partecipato alla protesta. Ci togliamo il cappello di fronte a cotanto rispetto per chi si impegna quotidianamente nella difesa dei diritti dei più deboli a Cologno.

La tecnica dell’intimidazione e della repressione delle istanze che creano conflitto sociale non è cosa nuova. Tuttavia crediamo che, dopo un’attenta riflessione politica da parte del sindaco e della maggioranza di centro-sinistra, si potranno adottare provvedimenti che vadano nel senso contrario, ovvero, come detto dal sindaco, una collaborazione che si dimostri responsabile e che non si traduca in un muro contro muro.

Perché la nostra impressione è quella di essere davanti ad un’amministrazione“prevenuta e determinata, nelle proprie azioni, da intenti di strumentalizzazione di dolorose realtà, o da una ottusa arroganza”.

Gruppo Territoriale Autorganizzato.

* il nostro dossier di denuncia, di cui confermiamo la sostanziale validità, è scaricabile al link: http://www.mediafire.com/?lj144vvpz0r3lb4


Comunicato stampa

Da oltre un anno e mezzo Unione Inquilini denuncia la gravità dell’emergenza abitativa che vive il Comune di Cologno Monzese. Da mesi chiediamo un piano casa che tamponi questo dramma sociale ed un tavolo di trattativa tra Comune e Parti Sociali. A queste nostre richieste, fino ad oggi, l’Amministrazione Comunale non ha fatto pervenire alcuna risposta, se non l’atteggiamento scontroso ed irresponsabile dell’Assessore alle Politiche Abitative e ai Servizi Sociali Giovanni Cocciro.

Osserviamo come, oltre alle evidenti carenze delle politiche sociali del nostro Comune, lo stesso Assessore utilizzi metodi inadeguati, soprattutto di fronte a drammi umani, per giustificare l’assenza di risposte eque da parte delle istituzioni.

Venerdì 15 Luglio, Quispe Espinoza Olpiana, giovane peruviana madre di due minori a suo carico, viene sfrattata dal suo appartamento a causa di un pignoramento. Come molti, anche Olpiana non ha retto alla scure della crisi economica: la rata del mutuo a tasso variabile, in pochi anni, è salita da seicento Euro fino a più di mille. Lo sfratto è stata la conseguenza diretta di questa situazione insostenibile.

La banca Unicredit (filiale di Cadorna) ha iniziato un procedimento per il recupero del credito e il giudice di Monza ha fissato la data dell’esecuzione dello sfratto per il giorno 31/3/2011.

L’Ufficiale Giudiziario Stefania Granieri ha fissato il primo accesso per il 1° giugno, ha concesso una proroga di un mese e 14 giorni, per poi presentarsi il 14 luglio concedendo una ulteriore proroga di 24 ore. Il giorno 15 luglio 2011 l’Ufficiale esegue lo sfratto con la forza pubblica seguendo una prassi assolutamente inconsueta perché, in casi simili, le proroghe sono tre o quattro e l’esecuzione viene differita di svariati mesi.

Nelle ore successive allo sfratto, Olpiana si reca negli uffici comunali per richiedere un alloggio di emergenza ma questo non le viene accordato. Alle prime proteste della giovane viene chiamata la forza pubblica, che la “accompagna” fuori.

Nonostante nei mesi precedenti Olpiana si fosse più volte presentata all’Ufficio Casa e all’assistenza sociale, nessuna soluzione è stata trovata e, il giorno dello sfratto, abbiamo simbolicamente protestato davanti a Villa Casati, in collaborazione con il Comitato di Lotta per il Diritto alla Casa.

Giunto l’Assessore, viene concordato un colloquio prima per sabato 16, poi per lunedì 18. A seguito di questi due incontri, nonostante il reddito permetta per legge di ricevere un sostentamento dalle istituzioni, la giovane madre si è vista chiudere la porta in faccia. Nessuna soluzione per chi ha reddito, ci siamo sentiti dire. Risulta difficile, però, pensare a come una madre sola, con due minori a carico e con un reddito di 1100€ al mese, possa permettersi un affitto di mercato.

Per limitare il trauma, nel frattempo, Olpiana decide di affidare momentaneamente la piccola Anna al padre, dal quale si è separata da anni. Posti di fronte all’emergenza, decidiamo di ospitare la giovane ed il figlio quindicenne nella nostra sede sindacale di via F.lli Bandiera n.200, a Sesto San Giovanni. Una “sistemazione” scomoda ed inadeguata, ma sicuramente l’unica cosa da fare di fronte alla vergognosa condotta degli Amministratori del nostro Comune.

Come si suol dire, oltre il danno anche la beffa: apprendiamo oggi dal quotidiano “Il Giorno” che, secondo l’Assessore alla Casa e ai Servizi Sociali di Cologno Monzese Giovanni Cocciro, il caso della ragazza sfrattata il 15 Luglio sarebbe stato risolto. Vogliamo citare direttamente la dichiarazione, per mettere in evidenza come un rappresentate delle istituzioni dichiari pubblicamente fatti non corrispondenti al vero, pur di coprire le proprie responsabilità e la mancanza di politiche sociali adatte al contesto di piena emergenza:

 

«Il caso della signora sfrattata intanto è stato risolto — spiega Cocciro — Ieri i nostri uffici hanno messo in contatto la donna con una parrocchia che le ha trovato posto in una casa famiglia per un affitto simbolico»

(fonte: Il Giorno, cronaca locale – 19/7/2011).

 

Vogliamo smentire categoricamente le affermazioni dell’Assessore, al quale chiediamo spiegazioni in merito. Attualmente la nostra assistita è ancora ospite nella sede di Via f.lli Bandiera e sta valutando i prezzi di alcune sistemazioni di emergenza, ostelli o case-albergo, presenti sul territorio di Sesto San Giovanni.

Riguardo ai due minori lasciati senza alloggio di emergenza, presenteremo un esposto alla Procura della Repubblica per:

–       omissione d’atti d’ufficio (c.p. art. 328);

–       violazioni leggi sanitarie che individuano il Sindaco come responsabile della salute dei cittadini;

–       violazione del Codice Deontologico degli Assistenti Sociali;

–       violazione dell’art. 16 comma 2 dello Statuto del Comune di Cologno Monzese.

 

UNIONE INQULINI Zona Nord Milano.

Via Fratelli Bandiera n.200

Sesto San Giovanni


DIFFERENT PEOPLE, SAME RIGHTS!

FINALMENTE A CASA!

IL 10 LUGLIO 2011

A PARTIRE DALLE 15 FINO A MEZZANOTTE:

LIVE IN CONCERT

PER SOSTENERE IL GTA E L’AUTORGANIZZAZIONE DAL BASSO

CONTRO L’EROSIONE DEI DIRITTI:

OSCAR WHITE (ODK)

SIGNOR K

E TANTI ALTRI!

VI ASPETTIAMO AL PARCO DI VIA VOLTA ANGOLO VIA DALLA CHIESA

A COLOGNO MONZESE (MM COLOGNO CENTRO)

esibizioni dal vivo, inerventi sul diritto alla casa e

cena sociale di autofinanziamento

(locandina completa disponibile a breve)

 


NO ALL’ITALIA IN GUERRA!

La classe dirigente italiana dopo aver fatto lucrosi affari con il rais libico, fatto sedere con tanti onori nei consigli di amministrazione di FIAT, UNICREDIT, ENI e chissà quante altre multinazionali, si è impiegata attivamente nell’aggressione dell’ormai ex-alleato, del popolo libico e delle sue risorse energetiche. Facendo entrare nuovamente l’Italia in guerra, dopo Yugoslavia, Afghanistan e Iraq.
Berlusconi ipocritamente si dice “addolorato” per la sorte di Gheddafi mentre lo bombarda, Napolitano che dovrebbe garantire la Costituzione, vìola l’art. 11 della stessa (“L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali;”), coprendo politicamente l’aggressione e affermando che “si farà ciò che necessario…”, non specificando che la guerra è necessaria solo alle multinazionali che ci lucreranno sopra.
La “sinistra” e la destra fanno il gioco delle tre carte, scambiandosi i ruoli, facendo la parte del guerrafondaio la prima e quella del “pacifista” la seconda, cercando di tutelare i propri interessi e contraddicendo la propria storia. In questo modo questi voltagabbana di professione sperano che, comunque vadano le cose, potranno schierarsi con chi vince. Il solito opportunismo del padronato italiano, sempre pronto a saltare sul carro di qualsiasi vincitore, scaricando le proprie responsabilità sugli altri.
Infatti chi pagherà la loro guerra saranno i lavoratori italiani, già attanagliati dai costi della crisi capitalista. Mentre chi la subisce versando il proprio sangue è il popolo libico, estraneo ai giochi di potere di chi lo governa ed a quelli degli oppositori monarchici, pronti a svendersi ad una fazione del neocolonialismo europeo, come francesi e britannici.
Riteniamo che solo il popolo libico, dopo aver sconfitto l’aggressione straniera, abbia la prerogativa esclusiva di regolare i conti con vecchi e nuovi satrapi; la storia di questo popolo, inoltre,  lo ha più volte visto protagonista di dure, ma alla fine vittoriose, guerre anticoloniali, che dovrebbero imporre maggior prudenza agli istinti bellicisti nostrani e della NATO.
E’ ora di dire basta alle bugie e alle ipocrisie degli affaristi ed ai guerrafondai, sempre pronti a sfruttare la situazione a danno dei popoli e dei lavoratori, per incrementare i loro profitti!
NO ALLA GUERRA NEOCOLONIALISTA!

CESSAZIONE IMMEDIATA DEI BOMBARDAMENTI!

PER L’AUTODETERMINAZIONE DEL POPOLO LIBICO!
Resistenze Metropolitane – CPO “La Fucina” – GTA Cologno

Mercoledì 2 Febbraio

CAR* AMIC* E COMPAGN*,

E’ DI NUOVO NECESSARIO SCENDERE PER STRADA PER DIFENDERE IL DIRITTO A VIVERE CON UN TETTO SULLA TESTA. MERCOLEDI’ 2 FEBBRAIO, COME SEMPRE, L’UFFICIALE GIUDIZIARIO SI PRESENTERA’ DI BUON’ORA IN VIA GALVANI N.2, A COLOGNO MONZESE. TENTERANNO DI SFRATTARE FAITH, BENEDICT E LA PICCOLA ESOSA: FAMIGLIA NIGERIANA CHE IL G.T.A. SEGUE DA DIVERSO TEMPO.

A NOVEMBRE, DURANTE L’ULTIMO PICCHETTO MESSO IN ATTO PER DIFENDERE FAITH E LA SUA FAMIGLIA, L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI COLOGNO SI ERA PRESA L’IMPEGNO (SOTTOSCRITTO ANCHE DALL’UFFICIALE GIUDIZIARIO E DALLA PROPRIETA’) DI TROVARE UNA CASA POPOLARE ENTRO TRE MESI.

AD OGGI, L’IMPEGNO NON è STATO MANTENUTO. IL COMUNE HA PROPOSTO ALLA FAMIGLIA UN MOMENTANEO SOGGIORNO IN ALBERGO, UNA “NON-SOLUZIONE” UMILIANTE ED ONEROSA CHE LA FAMIGLIA ED IL G.T.A. NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE ACCETTARE. CONTINUEREMO A LOTTARE PER QUESTA FAMIGLIA FINO A QUANDO NON VERRA’MANTENUTO L’IMPEGNO, FINO A QUANDO NON VERRA’ TROVATO L’ALLOGGIO POPOLARE CHE A FAITH SPETTA DI DIRITTO.

PER QUESTO, MERCOLEDI’ MATTINA E’ IMPORTANTE LA PRESENZA DI TUTTI I SOLIDALI, DI TUTTI I COMPAGNI, DI TUTTI GLI AMICI CHE CREDONO NELLA LOTTA PER IL DIRITTO ALLA CASA.

VI ASPETTIAMO

IN VIA GALVANI N.2
A COLGONO MONZESE
ALLE H. 7.30 DEL MATTINO


CONTRO GLI SFRATTI SI PUO’ VINCERE

ADESSO COSTRUIAMO UN GRANDE MOVIMENTO PER IL DIRITTO ALLA CASA

Ieri mattina è stato evitato a Cologno Monzese l’ennesimo sfratto di una famiglia in difficili condizioni economiche composta tra l’altro da una bambina con gravi problemi di salute.

Grazie al presidio anti-sfratto, organizzato dal GTA con la partecipazione di Unione Inquilini, si è impedito di dare corso ad una delle infinite sentenze di sfratto che affliggono la nostra città, nella totale assenza di soluzioni abitative alternative per chi rischia, sotto i colpi della crisi, di trovarsi di punto in bianco in modo drammatico e incolpevole, in mezzo alla strada.

Nel caso specifico si è arrivati ad una soluzione che ha costretto il Comune all’assunzione delle proprie responsabilità. Un accordo per la ricollocazione ed il sostegno alla famiglia è stato chiesto e sottoscritto in presenza dell’ufficiale giudiziario, del proprietario, della famiglia affittuaria dell’abitazione, e successivamente ratificato anche dall’Amministrazione Comunale, ormai messa con le spalle al muro.

Va rimarcato che in assenza della mobilitazione del GTA, checché ne dica l’Assessore alla Casa Cocciro, ci si sarebbe trovati di fronte all’ennesima esecuzione di sfratto in assenza di qualsiasi preoccupazione da parte del Comune. La vicenda, grazie alla denuncia e alla ferma opposizione messa in campo, si conclude nel miglior modo possibile: proroga al 1° Febbraio 2011 e impegno del Comune ad una soluzione definitiva entro tale termine.

Al di là del caso specifico, resta una questione più generale: quante sono le situazioni di sfratto nel comune di Cologno Monzese a cui non si da alcuna risposta se non quella di mettere le persone in strada? Il caso di ieri è solo l’ultimo esempio per denunciare l’ingiustizia profonda di decine e decine di sfratti (solo nel 2009 circa 200 sfratti) che colpiscono le famiglie italiane o straniere che versano in condizioni di difficoltà  economica o di vera e propria povertà. Perché i costi più alti della crisi economica vengono fatti pagare alle fasce sociali più deboli del nostro territorio?

A fronte della decennale latitanza dell’Amministrazione Comunale nei confronti di queste famiglie, occorre organizzare una rete di sostegno che affronti il dramma di migliaia di famiglie e persone colpite dalla crisi rigettando l’operazione vergognosa di dividere tra cittadini buoni e cittadini cattivi (vedi morosi e non morosi).

Il tutto in una città in cui, vi sono decine e decine di appartamenti vuoti e invenduti…

Per questo chiediamo:

  • L’IMMEDIATA APPLICAZIONE DEGLI ARTICOLI 14 E 15 DELLA NORMATIVA REGIONALE 1/2000 CHE REGOLA L’E.R.P., PER LA CREAZIONE DELLE GRADUATORIE IN DEROGA, UNICA POSSIBILITA’ PER INCIDERE SUBITO ED IN MODO CONCRETO SUL GRAVE DISAGIO ABITATIVO CHE VIVE LA NOSTRA CITTA’.
  • Il BLOCCO EFFETTIVO DEGLI SFRATTI, PER FINITA LOCAZIONE E PER MOROSITA’. ESTENSIONE RETROATTIVA DELLA MORATORIA SUI MUTUI A TUTTE LE SITUAZIONI IN CUI SI E’ VERIFICATA PERDITA DI REDDITO A CAUSA DELLA CRISI.
  • REQUISIZIONE DEGLI ALLOGGI SFITTI DEI PROPRIETARI IMMOBILIARI E DELLE IMPRESE EDILI, CIOE’ DEI SOGGETTI CHE IN QUESTI ANNI HANNO SPECULATO ALLEGRAMENTE SUI BISOGNI ESSENZIALI ALTRUI o IN ALTERNATIVA UNA FORTE TASSAZIONE  COMUNALE SUGLI ALLOGGI SFITTI.
  • RILANCIO DI UNA POLITICA DI INVESTIMENTO NELL’EDILIZIA PUBBLICA (CASE POPOLARI) DA EDIFICARE SULL’ AREA INDUSTRIALE DISMESSA “EX TORRIANI”, PER EVITARE ULTERIORE CONSUMO DI SUOLO PUBBLICO.
  • GESTIONE PUBBLICA DELLE ASSEGNAZIONI E APPLICAZIONE DEL CANONE SOCIALE PER GLI INTERVENTI DI HOUSING SOCIALE CHE SI INTENDONO ATTIVARE. ABOLIZIONE DELLA LEGGE 431/98 PER DIRE BASTA ALLA LIBERALIZZAZIONE DEGLI AFFITTI E RIPORTARLI SOTTO IL CONTROLLO PUBBLICO, PARAMETRANDOLI ALLA CONDIZIONE SOCIALE DI CHI ABITA.

La nostra solidarietà con chi a Cologno subisce

lo sgombero forzato dalla propria casa resta e sarà la lotta!

La casa è un diritto e i diritti non si toccano!!